Le store di Dottoressa Peluche si basano su un presupposto affascinante che ricorre non di rado nell'animazione per i più piccoli, nelle fiabe e nella letteratura per l'infanzia: quello secondo cui i giocattoli, in particolari situazioni, possono animarsi.
Tale tema è anche presente nell'anime giapponese del 1976 "Il fantastico mondo di Paul" prodotto dalla Tasunoko. Il pupazzo di stoffa Pakkun è, infatti, in grado di fermare il tempo e di prender vita al fine di condurre segretamente i due giovani protagonisti, Paul e Nina, nel Paese delle Meraviglie per fronteggiare il demone Belt Satan. Interessante in questo caso è anche il tema del viaggio esteriore come occasione di maturazione e crescita interiore. Grazie al magico cancello che solo Pakkun è in grado di aprire con la sua bacchetta, infatti, il trasferimento nella dimensione fantastica rappresenta motivo di riflessione ed è funzionale al comprendere meglio la realtà in cui i due giovani vivono e in cui ritornano al termine di ogni episodio quando il peluche torna ad essere un oggetto inanimato.
Lo stesso presupposto fantastico è presente anche in altri prodotti più recenti per il cinema come "Toy Story" della Disney Pixar, che ad oggi conta ben tre capitoli e un quarto in preparazione per il 2019, o "Pets, vita da animali - the secret life of pets", prodotto nel 2016 da Illumination Entertainment. In quest'ultimo caso sono però gli animali domestici a umanizzarsi e a parlare tra loro in assenza dei propri padroni.
Passando al mondo classico delle fiabe, la fantasia dei giocattoli che si animano la ritroviamo sia ne "Il soldatino di piombo" di Hans Christian Andersan, dove il protagonista affronterà molte peripezie per tornate dalla sua amata ballerina, sia ne "Lo schiaccianoci" di Alexander Dumas o di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, in cui il personaggio prende vita e, dopo aver combattuto insieme a Clara contro il Re Topo, l'accompagnerà nel Regno dei Dolci.
Infine, la stessa fantasticheria è ricorrente anche nel romanzo di formazione "La piccola principessa" di Frances Hodgson Burnett del 1905, versione rivisitata ed ampliata di un suo precedente lavoro del 1888 intitolato "Sara Crewe". Allo stesso libro è liberamente ispirata anche la serie a cartoni animati nipponica in 46 episodi "Lovely Sara" del 1985, trasmessa anche in Italia sulle reti Mediaset dal 1986.
Qualcosa di simile avviene però anche nel romanzo italiano di Carlo Collodi "Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino" anche se in questo caso il protagonista, dopo aver preso vita inaspettatamente da un pezzo di legno, rimarrà costantemente vivo e interagirà, non solo con Geppetto, ma anche con tutti gli altri personaggi incontrati nel libro senza riprendere più la forma inanimata ma regredendo allo stato di asino sulla base della sua discutibile condotta morale. Nella trasformazione in uno stadio inferiore o superiore, rappresentati rispettivamente dall'asino e dal bambino in carne e ossa, ritroviamo il tema del viaggio esteriore come motivo di crescita personale e interiore attraverso la logica del castigo e del premio. Per amor di precisione si noti, però, che il vocabolo "burattino", utilizzato sia nel sottotitolo sia nel testo, non è corretto in quanto con tale termine si dovrebbe intende una pupazzo animato dall'interno mettendovi la mano a modi guanto, mentre è la "marionetta" ad essere una struttura in legno, o comunque rigida, mossa dall'alto attraverso alcuni fili. Anche dal libro di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, furono tratte due serie a cartoni animati giapponesi: la prima della Tatsunoko del 1972 in 52 episodi, denominata come l'opera originale "Le avventure di Pinocchio" e andata in onda in Italia su diverse emittenti locali, e la seconda della Nippon Animation del 1976 sempre in 52 episodi ribattezzata "Bambino Pinocchio" e trasmessa nel nostro paese sulle reti Mediaset negli anni Ottanta.
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Recensione didattica e culturale: tutti diritti della serie animata e dei personaggi sono della Disney.
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