Cosa succede nella testa di una ragazzina di undici anni ? Che funzioni hanno le emozioni ? Perché il nuovo film “Inside out” della Pixar distribuito dalla Disney sta avendo così tanto successo ?
Ce lo racconta il Prof Massimiliano Noseda in questa intervista
Quale pensa che sia la principale ragione del grande successo di questo cartone animato ?
Probabilmente il fatto di raccontare in modo semplice e intuitivo il complesso funzionamento della mente umana relativamente ad alcuni elementi basilari come ad esempio la memoria, la personalità e le emozioni. Queste ultime sono infatti qualcosa che tutti proviamo ma che non conosciamo davvero a fondo come altri parti del corpo umano. Infatti, tutti abbiamo visto una mano e sappiamo come funziona la nostra, pochi si sono chiesti invece spontaneamente o sanno dove nascono le emozioni e che funzione hanno.
Si tratta di un prodotto riservato ai bambini ?
Direi di no anche se bisogna avere una mente aperta e curiosa per apprezzarlo davvero. Attraverso la storia di Riley ciascuno potrebbe, infatti, migliorare la comprensione di sé e delle proprie emozioni. Questo in quanto il film ha il pregio di presentare diversi livelli di lettura possibili e quindi può risultare semplice e divertente per un bambino che ne coglie solo alcuni aspetti elementari, interessante per un adulto in grado di leggere maggiori sfumature e apprezzabile da studiosi di neuroscienze e psicologia in quanto tecnicamente ricco e corretto.
Può essere considerato quindi uno strumento educativo ?
Direi di si anche se la sua funzione dovrebbe essere solo quella di introdurre e porre l’attenzione su un argomento talmente complesso che per essere davvero compreso necessita di ulteriori riflessioni e nuovi approfondimenti a più riprese che vadano di pari passo con le capacità di comprensione di un soggetto in fase di sviluppo. Oggi ci sono comunque in commercio molti percorsi e letture di educazione emotiva pensati sia per bambini sia per adulti.
Come sono rappresentate le emozioni nel film ?
Nel film le cinque emozioni fondamentali vengono rappresentate in forma antropomorfa: Gioia ha le sembianze di una stella, Tristezza ricorda una lacrima, Rabbia è ispirato ad un mattone, Paura assomiglia ad un nervo e Disgusto ad un broccolo. Ciascun personaggio poi ha un colore diverso, lo stesso delle sfere della memoria dei ricordi che si associano a quell’emozione. Ad esempio se il colore di Tristezza è il blu, saranno blu anche i ricordi tristi.
Cosa ci insegna il film relativamente alle emozioni ?
Molto. Ma soprattutto il fatto che non dobbiamo volere e coltivare solo le emozioni comunemente considerate positive come la gioia ma anche imparare a conoscere e a gestire quelle considerate, forse a torto, negative in quanto hanno precise funzioni protettive nel corretto sviluppo e funzionamento dell’individuo. Paura ha infatti il compito di evitare situazioni di rischio e infatti interviene per fermare Riley quando da piccola sta per avvicinarsi inavvertitamente ad un cavo della corrente; Rabbia si attiva quando Raily gioca a hockey in quanto la ragazzina necessita di una buona dose di grinta per segnare il punto; Disgusto ha la funzione primitiva di evitare che Raily si avveleni e quindi di limitare l’assunzione di cibi non graditi, come i broccoli, o potenzialmente dannosi per la sua salute. Infine anche Tristezza, che Gioia vorrebbe invece abbandonare per far si che Raily sia sempre felice, ha una sua precisa funzione e in una delle scene finali del film attira l’attenzione dei genitori per far comprendere rapidamente loro che nella ragazzina qualcosa non va e che devono intervenire per consolarla e rasserenarla.
I pochi detrattori hanno lamentato la mancanza di alcuni elementi fondamentali nella cabina di controllo: la ragione e il libero arbitrio. Concorda su tale critica ?
Non molto. Non dobbiamo infatti dimenticare che si tratta di un film di intrattenimento e non di una lezione universitaria di psicologia, neuroscienze o filosofia. Sebbene sia vero che la ragione non abbia uno spazio autonomo in forma antropomorfa al pari delle emozioni, i personaggi parlano e agiscono e senza la ragione ciò non sarebbe possibile. Inoltre le stesse emozioni sono in realtà più di cinque e sono state qui riproposte solo le principali. Infine, occorre ricordare che le emozioni dominano fino ai vent’anni e quindi a mio avviso la semplificazione è accettabile anche per non appesantire troppo la trama, già molto ricca, e il numero dei personaggi. Ad ogni modo, verso la fine del film, la cabina di comando evolve e si vede chiaramente che diventa più grande e complessa. Ad esempio, compare una sirena lampeggiante ad indicare la pubertà. Quindi, non escluderei che la ragione e il libero arbitrio, come altre emozioni, possano avere più spazio in un sequel che tale scena lascia chiaramente intendere e che visto il successo del film mi pare molto probabile.
Quale libro consiglierebbe invece ad un adulto che non ama i cartoni animati ma che vorrebbe intraprendere un viaggio nel mondo del ricordo e delle emozioni adatto alla sua età ?
Tra i libri non specialistici sicuramente “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust che partendo dal flusso di ricordi generato da una madeleine inzuppata in un infuso di tiglio della zia Leonie propone un’analisi raffinata del significato del tempo e del suo scorrere utile a comprendere a pieno l’uomo del Novecento nella sua interezza.
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Intervista pubblicata sul quotidiano LA PROVINCIA di Como in data 24 ottobre 2015 a pag.32.