Decisamente più colorato, e meno dark del precedente del 2010 diretto Tim Burton, è il nuovo film 2016 Disney diretto da James Bobin.
Sebbene il libro dovrebbe essere la trasposizione cinematografica di "Attraverso lo specchio e qul che Alice vi trovò", ovvero del secondo libro del 1871 di Lewis Carroll dedicato ad Alice, le affinità con il prodotto originale sono davvero poche. Questo anche in quanto la traduzione di Alice ha rappresentato da sempre una sfida per moltissimi autori considerando che il libro è infarcito di giochi di parole, figure retoriche e i proverbi non solo difficili da rendere in altre lingue ma anche da individuare. Il libro è inoltre giocato soprattutto sul nonsense che raggiunge l'apoteosi nel Jabberwocky, poemetto totalmente composto da parole inventate, metodo di cui anche James Joyce farà uso.
Ed ecco che della versione originale restano quasi solo i personaggi classici ( Regina Rossa, Il Cappellaio Matto, il Leprotto Marzolino, lo Stregatto, Pinco Panco e Panco Pinco, il Blucaliffo, il Bianconiglio, etc ) affiancati a pochi nuovi assenti invece nella versione Disney 2010 ( la famiglia del Cappellaio Matto, i soldati vegetali, etc ).
Tra tutti loro non poteva quindi mancare e tener nuovamente banco la folle Regina Rossa che oltre ad aver costituito il personaggio migliore del primo capitolo e una tipica creatura mostruosa burtoniana perfettamente orrenda, costituisce un outsider che preferisce essere temuta anzichè amata. In questo secondo capitolo, però, nonostante la sua persistente cattiveria gratuita che vorrebbe ancora una volta far tagliare la testa al minimo dissidente nasconde sempre più a fatica un doloroso e ineluttabile bisogno di essere accettata.
Alice, invece, non è più una bambina paurosa in balia degli eventi che la ingrandiscono o rimpiccioliscono a loro piacimento ma una donna navigata, ormai matura, che non solo sa quallo che vuole ma che decide di agire concretamente per i valori in cui crede senza aspettare piangendo l'arrivo di un principe azzurro di cui non a caso non vi è alcuna traccia. Alice è ora una donna forte, autonoma, simbolo dell'emancipazione femminile raggiunta e vissuta consapevolmente.
La grande novità è forse rappresentata dal Tempo che qui compare nella sua forma antropomorfa con sembianze metà umane e metà meccaniche da orologio. E sarà proprio il Tempo a consentirci qualche riflessione e ad insegnare ad Alice che "il passato non si può cambiare ma dallo stesso si può imparare" e che "il tempo è amico prima di essere nemico e che ti da prima di toglierti". Come tale è una risorsa che dobbiamo imparare ad usare al meglio senza sprecarla.
Ed è così che i diversi rapporti conflittuali presentati all'inizio della storia ovvero quello figlia-madre proposto da Alice e sua madre, quello figlio-padre proposto dal Cappellaio Matto e suo padre e quello tra sorelle che riguarda la Regina Rossa e Mirana troveranno un nuovo e proficuo equilibrio alla fine della storia. "Faccenda molto importante la famiglia: te ne danno una sola", parola di Cappellaio.