Il tempo ci cambia: psicologicamente e fisicamente. Succede a tutti, perfino ai personaggi dei fumetti. E' quanto accaduto anche al nostro fortissimo e corpulento Obelix, nato nel 1959 come spalla di Asetrix, l'incontenibile gallo per antonomasia.
Il nome Obelix deriva dalla parola francese obélisque, ovvero obelisco, e richiama l'abitudine del personaggio, di professione scultore e commerciante, a trasportare manualmente diverse pietre, dette menhir, ovvero pietra allungata. Tali blocchi, solitamente in granito, erano molto comuni in Bretagna e venivano usati dalle popolazioni locali prevalentemente per compiere riti religiosi. In seguito, vennero riutilizzati dagli antichi romani come punti di riferimento sulle proprie strade e, quindi, come veri e propri segnali stradali, sia in prossimità degli incroci sia per indicare le distanze dalla meta.
Unico gallo a possedere una persistente forza soprannatuale e ad affrontare i soldati romani a mani nude, Obelix non necessita di bere la pozione segreta di Panoramix, essendo caduto accidentalmente da piccolo nel calderone del druido. Il suo volto è graficamente caratterizzato da lunghi baffi rossi e da capelli, raccolti in due treccine, che accolgono sul capo un elmetto con corna brevi. Gira costantemente a torso nudo e indossa pantaloni a strisce verticali bianche e azzurre che contengono e allo stesso tempo esaltano il suo enorme addome globoso. Nei paesi francofoni la sua propensione a sottovalutare e a giustificare la sua grossa mole ha dato origine alla cosidetta "sindrome di Obelix". epiteto con cui viene indicata la tendenza a dichiarare volutamente un peso inferiore a quello reale, dato che il personaggio rispondeva a chi gli faceva notare il suo sovrappeso: “Gros, moi? Non... juste un peu enveloppé, c’est tout’’(Grasso io? No. Sono solo un po’ cresciutello). Obelix è, però, anche molto suscettibile su questo aspetto e tende a perdere facilmente la pazienza con chi lo denomina "ciccio" o "grasso" passando non di rado alle mani. E', poi, caratterizzato da un insaziabile appetito che trova nei cinghiali arrosto, ovviamente interi, la sua pietanza preferita. A volte espressione di un'ingenuità disarmate, Obelix appare inoltre costantemente molto sensibile al fascino femminile. Non a caso, infatti, nel fumetto "Asterix e la corsa d'Italia" noterà sulla griglia di partenza la biga delle belle principesse Tutakosh e Tutandenth, giunte dal regno di Kush, un piccolo reame a sud d'Egitto, e le aiuterà durante la gara in un momento di difficoltà.
A differenza del suo minuto compagno d'avventure Asterix, che dimostra intelligenza e astuzia in ogni occasione e, quindi, rappresenta la mente del duo, Obelix con la sua possente fisicità è, invece, espressione di forza smisurata. Ed è proprio su questa complementarietà, allo stesso tempo fisica e psicologica, che si basa il loro costante successo di coppia sia in quanto motore d'azione sia come elemento comico.
Nel fumetto "Asterix e la corsa d'Italia" Obelix non è, però, come nelle prime avventure una semplice spalla ma un vero e proprio coprotagonista a fianco di Asterix. E', infatti, a lui che la sibilla legge la mano prannunciando la partecipazione dei Galli alla corsa d'Italia ( pagina 7 ), è ancora lui che chiede di guidare il carro e propone di fatto ad Asterix il ruolo di coauriga ( pagina 11 e 12 ), è sempre lui che di fatto in ogni illustrazione dell'albo e anche in copertina terrà sulla biga le redini dei cavalli, ed è, infine, il suo il volto che compare sulla pubblicità del garum in rappresentanza dei barbari ( pagina 48 ). Inoltre, come ha dichiarato Jean Yves Ferri "non solo le sue proporzioni sono molto variate nel corso degli album" ma Obelix "è di fatto meno sciocco di quanto sembri in prima apparenza". E poi ancora"Obelix era il personaggio più infantile della serie e, quindi, in pratica il più destinato ad evolversi nel tempo".
Recensione didattica e cultutale del Prof. Massimiliano Noseda. Tutti i diritti del prodotto recensito sono di Renè Goscinny, Albert Uderzo, Jean-Yves Ferri, Didier Conrad e Panini Comics
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