Cosa è il carnevale ?
Il carnevale è una festività cattolica. Deriva dall'espressione latina "carnem levare" o "carnem vale" rispettivamente "togliere la carne" o "saluta/abbandona la carne" ed indica il periodo di festa che precede i giorni di astinenza e digiuno, denominati di Quaresima, prima della Pasqua. Potendo quest'ultima cadere tra il 22 marzo e il 25 aprile ed essendo quindi la sua celebrazione variabile di anno in anno, lo è di conseguenza anche il carnevale che non a caso è detto anche "Tempo di settuagesima" in quanto ha inizio circa settanta ( septuaginta in latino ), 64 per l'esattezza, giorni prima della Pasqua, con la "Domenica di settuagesima" che può quindi cadere tra il 18 gennaio e il 22 febbraio. In ogni caso, per le diocesi che osservano il rito romano, i festeggiamenti principali si tengono soprattutto il Giovedì e in particolare il Martedì, denominati appunto "grassi" per la preparazione di ricchi banchetti, prima della chiusura del periodo. Il primo giorno di Quaresima è invece il Mercoledì delle Ceneri così denominato per lo svolgersi di una funzione liturgica in cui il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta, ottenuta bruciando i ramoscelli d’ulivo della Domenica delle Palme dell’anno precedente, sul capo e sulla fronte dei fedeli. Ciò ricorda loro la caducità della vita terrena. Infatti, il celebrante pronuncia contestualmente anche la nota formula tratta dal libro della Genesi della Bibbia: "Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris", ovvero "Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai". Nel rito ambrosiano, invece, osservato nella maggior parte delle chiese dell'arcidiocesi di Milano e in alcune diocesi vicine, il periodo quaresimale inizia con la prima domenica di Quaresima e, pertanto, l'ultimo giorno di Carnevale è il sabato precedente, detto Sabato grasso, ovvero esattamente quattro giorni dopo rispetto al Martedì grasso del rito romano.
Ci sono festività simili nella storia ?
Certamente. Chiari riferimenti li troviamo sia nelle Metamorfosi di Apuleio ( libro XI ) che racconta di celebrazioni egiziane dedicate alla dea Iside, importate anche in seguito nella cultura romana, e che comportavano la presenza di gruppi mascherati, sia nella cultura babilonese in cui in occasione dell'equinozio di primavera si allestiva una rappresentazione allegorica in cui il dio salvatore Marduk doveva sconfiggere il drago Tiamat ovvero le forze del caos e del male in una battaglia con una chiara valenza purificatoria. Più nota è invece la correlazione con altre festività antiche come le dionisiache greche o i saturnali romani, entrambe caratterizzate da un periodo di libertà sfrenata e da un capovolgimento dell'ordine morale e sociale costituito. Dal punto di vista storico e religioso tali ricorrenze costituiscono un periodo di festa ma sopratutto di rinnovamento simbolico durante il quale il caos sovvertiva l'ordine costituito in preparazione di un rinnovato equilibrio che avrebbe consentito un nuovo ciclo vitale corrispondente praticamente all'anno solare. Non deve meravigliare però che il carnevale cristiano cada tra gennaio e febbraio o e non tra dicembre e gennaio in quanto in molte culture, come in quella babilonese precedentemente citata, il nuovo anno iniziava con la primavera. A tal proposito si ricordi anche che Marzo era il primo mese del calendario romano e che non a caso Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre derivano il loro nome dai numeri dal sette al dieci che si ottengono iniziando a contare i mesi appunto da Marzo e non da Gennaio come invece oggi siamo soliti fare.
Qual è l'elemento caratterizzante del carnevale ?
Sicuramente il mascheramento ovvero l'uso della maschera, un elemento che può coprire o solo gli occhi o tutto il volto. Diverse ipotesi esistono sulla sua possibile etimologia. Secondo alcuni deriverebbe da masca, che significa "fuliggine, maschera nera" ma anche "strega" nel tardo latino o "stregone" nel provenzale e nel tedesco masc; secondo altri deriverebbe invece dall'arabo maschara ovvero "buffonata" o "burla", secondo altri ancora dal verbo francese rabacher ovvero "fare fracasso". Nel corso dei secoli la maschera è stata usata in diversi contesti sociali, differenti dal carnevale, come quello religioso, spesso associata a pitture corporali, tatuaggi e scarificazioni ed è da intendersi come mezzo attraverso cui la divinità entra in possesso dell'uomo che la utilizza per manifestare il suo volere e la sua presenza tangibile in terra; quello funerario come testimoniato da numerosi ritrovamenti nella civiltà egizia, fenice e greca; quella teatrale dove può avere non solo la funzione di caratterizzare il personaggio ma anche quella di cassa di risonanza per rendere più facilmente udibili i dialoghi; quella sanitaria medievale che in associazione alle spezie poste in un lungo naso consentiva ai medici di coprire i miasmi emanati da corpi malati o senza vita e secondariamente di offrire una difesa, seppur debole, dal contagio per inalazione dell'aria.
Come viene vissuto oggi il carnevale in Italia ?
Il carnevale si caratterizza per parate pubbliche gioiose e fantasiose che in alcune città come Venezia o Viareggio, tanto per citarne alcune, sono diventate una vera attrazione turistica. Vale però qui la pena ricordare anche la nascita nel tempo di alcune maschere regionali che costituiscono l'elemento locale di una sentita tradizione nazionale. Ricordiamo per esempio Pulcinella, Tartaglia e Scaramuccia ( Campania ), Dott. Balanzone ( Emilia Romagna ), Rugantino ( Lazio ), Arlecchino, Brighella e Meneghino ( Lombardia ), Guanduia ( Piemonte ) e Pantalone ( Veneto ). Molti di questi personaggi li ritroviamo anche nella commedia dell'arte ( XVI - XVIII secolo ) e sono presenti anche in alcune opere teatrali come quelle di Carlo Goldoni ( 1907 - 1793 ). Sicuramente però rispetto al passato il fascino di questi personaggi e di altri più generali come la damina o il cowboy è andato affievolendosi a favore di molti personaggi della televisione e del cinema come ad esempio i vari supereroi. Il carnevale è infatti una ricorrenza sentita e celebrata prevalentemente dai bambini, anche se non solo esclusivamente. Non dimentichiamo infine i dolci tipici di questa ricorrenza come le chiacchiere, i tortelli, le frittelle, le frappe, le castagnole, i crostoli e le graffe.
Quali sono le principali differenze tra il carnevale e Halloween ?
Halloween è una festa anglosassone che cade il 31 ottobre e che deve proprio a tale giorno il suo nome. Il nome "Halloween2 rappresenta infatti una variante scozzese del nome completo All Hallows' Eve, ovvero la notte prima di Ognissanti (in inglese arcaico All Hallows' Day, moderno All Saints' Day). Di origine celtica, tale ricorrenza si caratterizza per il tema horror del mascheramento, mutuato da diversi personaggi provenienti dal mondo dei morti come fantasmi e zombie; dal pellegrinaggio di casa in casa dei bambini con richiesta di dolciumi attraveso la caratteristica formula "dolcetto o scherzetto?" ovvero trick or treat, rivisitazione dell'elemosina richiesta dai poveri nel Medioevo ovvero della richiesta di cibo in cambio di preghiere; e dalle zucche intagliate, poste fuori dalle abitazioni e derivate dal personaggio Jack-o-lantern e dai suoi reiterati tentativi di non cedere la sua anima la diavolo. Pur avendo quindi una cadenza, un'origine e un significato culturale differente, ha comunque in comune con il carnevale il tema del mascheramento.
Cosa è il cosplay ?
La parola fu coniata dal reporter giapponese Takahashi Nobuyuki nel 1984 per indicare un fenomeno osservato nel suo viaggio negli Stati Uniti dove aveva visto raduni di amanti di alcuni manga e anime che amavano realizzare e indossare i vestiti di alcuni personaggi di tali serie. La parola deriva infatti dalla fusione dei vocaboli inglesi costume, appunto costume, e play, gioco o interpretazione. Pur essendo un fenomeno legato principalmente alla cultura nipponica si è oggi diffuso in tutto il mondo ed è possibile osservarlo anche in Italia in concomitanza delle principali fiere del fumetto. Per i cosplayer il carnevale è quindi solo una delle possibili occasioni per incontrarsi, condividere e celebrare la propria passione.
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